La pizza è uno degli alimenti più conosciuti a livello mondiale e quindi non è una sorpresa che rappresenti un trend nel panorama retail.
Stiamo parlando di un settore incredibilmente redditizio per l’economia della Penisola con un fatturato annuo stimato in 15 miliardi di euro secondo l’ultima ricerca (2018) realizzata dal Centro di studi Cna.
Una voce importante che alimenta il giro d’affari è data dal servizio 100% home delivery/take away.
Nel 2017 il mercato della pizza ritirata nel pv/consegnata a casa rappresentava il 52% del mercato Pizza Food Service, mentre nel 2021 è passato al 56% a causa del covid e delle relative restrizioni (Fonte Euromonitor – Passport Report – Consumer Foodservice in Italy – Apr 18).
Un incremento quindi del consumo domestico a discapito della formula fuori casa, al quale il consumatore italiano pre-pandemia faceva ampio ricorso, soprattutto a colazione e a pranzo.
Secondo la discriminante del posizionamento, possiamo catalogare l’intero sistema ristorativo e di somministrazione italiano, distinguendo in fast food, fast casual e full service.
La pizza è ben rappresentata nel panorama fast casual, dove la permanenza media è inferiore ai 30 minuti, la consumazione è ibrida (disponibile o meno – non servita – gratis) e la materia prima gourmet.
La formula “fast” infatti non intacca la qualità del prodotto, parametro al quale gli italiani riservano grande attenzione.
È interessante notare come i rivenditori indipendenti rappresentino ancora la maggioranza del mercato Pizza Consumer Foodservice e le catene siano solo l’1%.
Quest’ultime poi non conducono una politica di internazionalizzazione “spinta”, prediligendo invece una crescita capillare in Italia.
È il caso della pizza romana al taglio, una formula che ha fatto di una peculiarità un successo su scala nazionale. Oltre ai centri commerciali, si è rivelata vincente la strategia di posizionarsi in zone periferiche di città popolose con una clientela varia (day residents lavoratori, studenti, turisti, famiglie, amici, coppie) e accumunata dal bisogno di un break veloce e <<to go>>.
Da una ricerca commissionata da Eataly a Doxa con lo scopo di esplorare i consumi di pizza italiani, emerge una cresciuta consapevolezza dei consumers, disposti a pagare anche qualche euro in più per qualità degli ingredienti e digeribilità degli impasti.
L’88% degli intervistati predilige prodotti made in Italy, a filiera corta, a marchio DOP o IGP, con impasti a lunga lievitazione e leggeri.
Sono queste le ragioni che spingono a considerare la pizza un vero e proprio comfort food da gustare in compagnia, consumato una volta a settimana dall’86% del campione di popolazione, fino ad arrivare alle due volte a settimana dal 40%.
La pizza si presenta in tante declinazioni, ma la preferita degli italiani è la tonda classica.
Rimane in ogni caso il piacere della sperimentazione per un terzo degli intervistati che dichiara di farsi guidare spesso dalle voglie passeggere oppure dalle proposte in menù.
La pizza, quindi, si “trasforma” e trova il giusto pubblico in ogni sua forma.
Vuoi conoscere meglio i servizi Reno?